Alberto Pian

Alberto Pian

CHE COS’È IL PODCASTING? (1)

Pubblicazione a puntate delle prime bozze di una parte del primo capitolo del libro Capire il podcast, Centro Leonardo, 2023, uscito a novembre 2023 (vedi il libro: www.albertopian.ti/podcastinglibri .

ALTRE PUNTATE. PARTE 1 | PARTE 2 |

Una diversa visione della “rete”

Che cosa significa podcasting?

Diciamo subito che le fonti storiche (che qui ripercorreremo in modo preciso), ci dicono che la prima applicazione per il podcasting è iPodder di Adam Curry al quale deve quindi essere attribuita la creazione del podcasting, mentre il significato del termine è Personal Option Digital Casting. Questa definizione, coniata da Doc Searls il 28 settembre del 2004, in  italiano potrebbe essere tradotta come una scelta personale di contenuti digitali. Torneremo più avanti su Adam Curry e Doc Searls, per adesso ci basta sapere che  si tratta di una sorta di playlist creata dall’ascoltatore, composta da contenuti audio. Questi contenuti sono delle “trasmissioni” che si ispirano alla radiofonia e che giungono automaticamente all’ascoltatore, senza bisogno di consultare pagine WEB, dopo aver sottoscritto un abbonamento. Contrariamente a opinioni piuttosto diffuse ma errate, un podcast non è una elemento audio o video all’interno di una pagina WEB. Infatti, le soluzioni per inserire tali risorse nel WEB possono essere il prodotto di infinite combinazioni, dalle tecnologie Java, Flash, all’HTML5, passando per semplici link o tecniche di embedding e non si tratterebbe, quindi, di una tecnologia standard, come il podcasting è, poiché si basa sul protocollo di comunicazione Feed RSS, di cui parleremo nelle pagine successive.

Dunque, esiste uno e un solo modo per divulgare un audio nella forma di un podcast ed è quello di strutturare un feed – RSS che lo gestisca. Infatti un podcast è un sistema di erogazione di documenti multimediali strutturati intorno a uno specifico feed al quale ci si può abbonare.


Scheda. Playlist, strumento selettivo di mobilità

 Le playlist indicano la successione dei brani passati per radio in una data trasmissione, oppure i brani programmati da un dj in una discoteca, o quelli suonati da un gruppo durante un concerto. Grazie agli iPod (2001) e agli smartphone (2007, iPhone) il concetto di playlist si è evoluto in quello di playlist personale. Creare una playlist personale significa scegliere gli episodi tratti da vari podcast (o brani musicali) e comporli fra loro. Prima dei dispositivi mobili questo si faceva registrando delle musicassette o dei CD. Questo ascolto selettivo permette di creare delle playlist dinamiche che possono essere ascoltate quando e come si vuole, nell’ordine che si desidera. Da parte di un formatore o, di un docente, del professionista (personal brand), del direttore commerciale di una compagnia, ecc. organizzare una playlist significa mettere insieme una serie di episodi, relativi a un certo argomento, da far ascoltare ai propri dipendenti, apprendenti, clienti, a una gruppo selezionato di persone secondo i casi condividendo la playlist. Dal punto di vista del destinatario significa fare la stessa cosa per il proprio studio e lavoro personali, anche utilizzando le playlist condivise. Per creare una playlist tutte le applicazioni di solito hanno un pulsante “Crea una playlist” grazie al quale trascinare gli episodi (dopo averli scaricati) dai diversi podcast. Sincronizzando la playlist. In sostanza è come creare un podcast mescolando episodi da altri podcast.


Tuttavia se il medium di riferimento è la radiofonia, fin dalle sue origini i tradizionali podcast non si limitavano solo all’audio perché potevano essere trasformati in podcast aumentati (augmented podcast, introdotti da Apple in iTunes Music Store nel 2004), così definiti perché gli episodi di un podcast potevano essere composti anche da video, da impaginati PDF e da immagini. Allo stesso tempo l’episodio audio di un podcast poteva contenere lunghi testi, per esempio spiegazioni, traduzioni in altre lingue, indicazioni.

Pur riferito a contenuti audio e al mondo radiofonico, fin dall’inizio il podcasting nasce come strumento globale di distribuzione automatica e su abbonamento, dei contenuti, che rappresenta una vera e propria rivoluzione per i motivi che vi espongo in questo capitolo.


Esercizio. Abbonati al podcast

Ecco tre feed RSS.
Podcast della psicanalista Laura Pigozzi: https://www.spreaker.com/show/5783354/episodes/feed
Podcast delle Storie di Eli & Sofi: https://www.spreaker.com/show/5751923/episodes/feed
Podcasting! di Alberto Pian: https://media.rss.com/provami/feed.xml (notare il suffisso xml)
Li puoi copiare e incollare uno per volta in una applicazione di lettura di feed RSS (aggregator) sul tuo dispositivo mobile. 
Ecco alcune applicazioni che ti posso consigliare:

Apple Podcast. Per dispositivi Apple, già preinstallata. Dal Mac scegli File – Segui un podcast tramite URL. Da iPhone e iPad dalla barra laterale a sx scorri in basso fino Nova stazione.
Google Podcast. Applicazione per dispositivi Android e Apple iOS. Dal WEB utilizza la voce Aggiungi tramite feed RSS. Da dispositivo mobile apri la scheda Attività e dai tre puntini scegli Aggiungi tramite feed RSS.
Podverse L’applicazione del creatore di podcast, Adam Curry. <nel menu in basso, dall’applicazione mobile scegli More e quindi Add RSS feed
Pocket Cast. Per dispositivi Apple e Android. Quando apri l’applicazione ti viene chiesto da importare dei podcast da altre applicazioni o “Importa da URL”. Altrimenti, una volta entrato, utilizzi la lente di ricerca in basso.


Ricezione automatica dei contenuti tramite podcast

L’immagine qui sotto mostra come si presentava nel 2006 un podcast in iTunes Music Store. Questo si intitolava “Podcasting e mobile learning a scuola”. Avevo creato questo podcast per il Master in e-learning dell’Unituscia, dove tenevo le prime lezioni universitarie sul podcasting in un corso completamente on-line (a distanza, e-learning). Notate che il podcast era erogato da iTunes nella sezione Music Store – Podcasts. Gli episodi appaiono ordinati in base alla data di pubblicazione. Nell’immagine appare selezionato l’episodio “03 Medium uditivi e medium visuali”, erogato il 31 gennaio 2006. Fate attenzione! Questo episodio non era una trasmissione audio, ma un PDF. Eppure veniva trasmesso da un’applicazione (un aggregator in grado di leggere i feed RSS), nata per condividere brani musicali come iTunes Music Store.

All’epoca iTunes identificava il formato degli episodi che componevano il podcast attraverso una piccola icona. Notate che l’icona dell’episodio “Dispensa 03” raffigura un libro. Invece l’icona dell’episodio “Tutorial podcast aumentati: Esempio” è uno schermo TV, infatti questo episodio era un filmato. Osservate ora il primo episodio in cima alla lista, “Dalla Russia il parere di Dimitrij sul podcasting”. Non è contrassegnato da alcuna icona perchè è un contenuto audio, cioè lo standard del podcasting.

iTunes Music Store nel 2006 rappresenta in questa schermata un podcast con i suoi episodi nei formati audio, PDF e video.

Fin dalla loro nascita, i podcast potevano quindi “trasmettere” contenuti in diversi formati, non solo audio che era, ovviamente, il riferimento del podcasting e la ragione stessa per cui era nato.

Questa caratteristica, che trasformava i podcast in “podcast aumentati” apriva delle possibilità grandiose. Riferitevi ancora alla figura che vi ho appena mostrato. Quello specifico podcast era il modo attraverso il quale i corsisti di un Master ricevevano i contenuti del seminario. Con un semplice abbonamento questi trovavano automaticamente sul loro dispositivo tutto quello che occorreva: trasmissioni audio, lezioni impaginate in PDF, videolezioni, senza consultare pagine WEB. Eravamo nel 2006 (il podcasting era sorto nel 2004), la rivoluzione era appena iniziata.

Scheda. Podcast aumentati

Quando Apple nel novembre 2004 ha integrato in iTunes Music Store la lettura dei feed RSS (vi darò semplici informazioni tecniche più avanti), ha aggiunto alcune funzioni specifiche per trasmettere anche grafiche impaginate, dispense, manuali PDF e filmati, oltre alle classiche trasmissioni audio. Dal canto loro gli episodi audio e video potevano anche inglobare lunghi testi e potevano essere divisi in capitoli interattivi, navigabili, identificati da specifiche copertine. L’immagine che vedete nella parte sinistra, è una schermata di iTunes Music Store che mostra come l’episodio di un podcast potesse contenere video e lunghi testi. L’immagine qui sotto a destra è una schermata di Garageband (l’applicazione di Apple per creare brani musicali e registrazione audio), che mostra la suddivisione dell’episodio in capitoli interattivi, identificati da una cover alla quale poteva essere associato anche il link a una pagina WEB.

Questi “podcast aumentati” hanno avuto un grande successo e sono stati variamente impiegati, sia per la formazione che in azienda. Oggi non vengono più usati anche se, potenzialmente, attraverso il documento XML che descrive il podcast e i suoi episodi, sarebbe possibile sfruttare queste caratteristiche.

Una rivoluzione filosofica

Il lettore deve quindi considerare che il podcasting nasce da una vera e propria rivoluzione filosofica, da una visione diversa su come fruire i contenuti della rete, dapprima anticipata dai blogger, che dal 2000 avevano adottato la tecnologia dei feed RSS (Rich Site Summary, 2000), basata sul protocollo XML (1998). Al di là delle tecnologie e della loro storia – di cui ci occupiamo fra poco – il punto di svolta è chiaro: esattamente come nel caso dei blog, anche i contenuti audio e multimediali, si devono poter ricevere automaticamente sul proprio dispositivo, senza bisogno di indagare numerose pagine WEB rimanendo connessi in lunghe ricerche.

Ho riassunto in apertura queste informazioni essenziali per aiutare il lettore a capire ciò di cui stiamo parlando, e che ora affronteremo ripercorrendo una storia intrigante e ricca di eventi.

Le risposte a queste domande:

Perché si tratta di una rivoluzione?
Qual è lo scopo del podcasting?
Chi lo ha creato e per quali motivi?

Ci aiuteranno a capire perché oggi il podcasting è diventato un medium così ricercato e potente. Ma, soprattutto, capiremo che cosa ne possiamo fare per insegnare e apprendere, per sviluppare e sostenere le attività professionali e aziendali e che cosa possiamo proporre ai nostri clienti, nel caso in cui intendessimo promuovere questo servizio.

Perciò invito il lettore a leggere con attenzione il seguito di questo capitolo.

(Continua…)

ALTRE PUNTATE. PARTE 1 | PARTE 2 |


ALBERTO PIAN è stato il primo a introdurre il podcasting nelle scuole italiane con Radiotony, dal settembre 2005 in un istituto scolastico (Torino, IIS Bodoni Paravia). Dall’inverno dello stesso anno ha tenuto il primo insegnamento universitario presso il Master di e-Learning dell’Università della Tuscia, condotto per molti anni e all’interno del quale ha creato le tecniche di StorytellinGame. Sul tema del podcasting da diversi anni collabora con il Politecnico di Milano nel Master DOL In ambito di storytelling promuove podcast per brand e professionisti.


MI ABBONO GRATUITAMENTE A YOUR STORYTELLING

www.albertopian.it ©Alberto Pian – scrivimi: arakhne@mac.com | www.albertopian.it 
Your Storytelling è un blog indipendente e non sponsorizzato.


Policy

Utilizzerò i tuoi dati solo ed esclusivamente per inviarti di informazioni sulle mie attività culturali e formative e i miei prodotti corsi, pubblicazioni, articoli). Non saranno consegnati a terzi e non saranno gestiti da terzi. Impostazioni policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/46159229 Se non desideri ricevere più informazioni da parte mia, ti puoi disiscrivere utilizzando questo link: https://goo.gl/forms/qiNKdzzVkJTO7tWt1 (ai sensi del GDPR, art. 1 (f) “il trattamento è necessario per il perseguimento del legittimo interesse del titolare del trattamento”). Per disicriversi dalle mie comunicazioni clic qua