Alberto Pian

Alberto Pian

PERCHÈ L’ASSASSINIO DI TYRE NICHOLS DA PARTE DI CINQUE POLIZIOTTI NERI È UN OMICIDIO RAZZIALE?

Per rispondere affrontiamo prima di tutto di tutto una questione importante, che spesso tocco nelle conversazioni con i più giovani, che riguarda la nascita e la storia degli USA come stato razzista e concludiamo sul significato del diritto dei neri alla propria autodeterminazione, fino al diritto di costituire una propria nazione.

Sentimento razzista e stato razzista

C’è una differenza fra “razzismo” e “paese razzista”. Un sentimento di razzismo espresso da uno strato sociale, per quanto diffuso, non è la stessa cosa del dire che lo Stato a cui quel segmento della popolazione appartiene, sia razzista.

Affinché uno stato sia “razzista” devono esistere leggi discriminatorie, cioè leggi razziali.

Non è molto noto il fatto che gli USA si sono effettivamente costituiti come stato razzista (e schiavista), fin dalle loro origini.

Solo il Civil Rights Act del 1964 e il Voting Rights Act del 1965, hanno “eliminato” le leggi razziali (Jim Crow System), benché non si fosse trattato di un’abrogazione capillare: elementi di razzismo istituzionale hanno continuato a permanere e permangono anche in una serie di procedure amministrative.

Non solo: tutto l’apparato di stato americano si è costituito nei secoli su basi razziali. Le istituzioni americane, specialmente gli organi repressivi e giudiziari, sono permeati da un razzismo di fondo di lunga durata perché sono stati forgiati nel sentimento razzista e nelle leggi razziali (cfr. Questa interessante cronologia del razzismo USA in Wikipedia)

Negli USA gli afroamericani sono circa 45 milioni, il 15% della popolazione. E tuttavia oltre il 60% dei detenuti è nero: un chiaro sintomo del persistere del razzismo degli organi di Stato americani. Inoltre i neri rappresentano le fondamenta della classe operaia americana e, allo stesso tempo, insieme ad altre minoranze, sono anche le popolazioni dei ghetti e delle periferie degradate.
Detto questo torniamo alla domanda iniziale:

Il linciaggio di Tyre Nichols perpetrato da cinque poliziotti neri è un atto di razzismo conseguente alla situazione che ho brevemente riassunto? Si, in modo molto chiaro. Non c’entra il colore della pelle dei poliziotti, ma il contesto storico e sociale in cui l’assassinio si inscrive.

Manifestazioni in seguito all’assassinio di Tyre Nichols. I neri lo hanno immediatamente identificato con un omicidio razziale.


Il rapporto fra dominatori e dominati

Alcuni strati della popolazione nera, come capita sempre in un rapporto fra dominatori e dominati, tendono a integrarsi nella società. Questa “integrazione” rende spesso questi individui più cinici dei loro stessi dominatori, ai quali ora si sentono di appartenere. Si tratta di un vero e proprio “tradimento piscologico” delle proprie origini. Così acquisiscono i comportamenti e la mentalità dei loro stessi oppressori. Anzi, sovente, il bisogno di sentirsi parte della classe dominante, li spinge a provare sentimenti ancora più radicati.

Il movimento delle Black Panther, a esempio, non è forse stato liquidato dalla FBI grazie all’infiltrazione di neri che hanno potuto introdurre il crack e agire per conto dei bianchi del Bureau?
Così, secondo quanto scrive la stampa e dicono le testimonianze, il pestaggio omicida nei confronti di Tyre Nichols è avvenuto sotto lo sguardo di poliziotti bianchi che osservavano e fumavano compiaciuti e di pompieri bianchi altrettanto senzienti e soddisfatti. E ci sono sospetti che perfino il personale medico dell’ospedale in cui Tyre Nichols è stato ricoverato, non abbiano prestato le dovute cure, sempre per questioni razziali. I cinque poliziotti neri ammazzavano di botte Tyre Nichols mostrandosi agli occhi dei colleghi bianchi che osservavano. Come non considerare questo, psicologicamente parlando, come un atto di “appartenenza” al mondo dei razzisti dominatori bianchi? In quel momento i cinque poliziotti non mostravano forse la loro volontà di far parte dello stesso club dei bianchi razzisti, ai quali forniscono un evidente “biglietto da visita”?

Come indicano i manifestanti, è in corso una vera e propria “guerra” contro i neri. Una “guerra” che caratterizza lo stato americano fin dalla sua nascita.

Un atto di odio razziale

Dunque, si. Il brutale omicidio di Tyre Nichols da parte di poliziotti neri è un atto di odio razziale che si iscrive nella storia di uno stato razzista e delle sue istituzioni permeate di razzismo, come giustamente i manifestati afroamericani in queste ore gridano a gran voce.

Un’ultima osservazione.

Questione razziale e diritto dei neri di disporre di se stessi

La questione razziale negli USA, proprio per i motivi che sinteticamente ho riassunto, pone un’altra questione: quella del diritto all’autodeterminazione dei neri (strappati storicamente dal continente africano), che implica anche il diritto di spingersi fino a costituire la propria nazione indipendente.

Questo significa il diritto di formare anche le proprie organizzazioni politiche che li rappresentino e il diritto alla separazione dallo stato americano.

Queste erano anche le rivendicazioni delle Black Panther e di Malcom X (e Mohammed Alì – Cassius Clay), il cui programma politico rendeva insonni le notti dell’establishment bianco dell’amministrazione americana e che, proprio per questo, sono stati liquidati (letteralmente).

In veste di storico posso pronosticare che la questione razziale negli USA non si risolverà senza la conquista da parte dei neri del loro pieno diritto all’autodeterminazione, compreso il diritto alla separazione. Negli USA (così come in Sudafrica – Azania), la questione razziale è anche la questione nazionale della popolazione nera.

E posso anche dire che la storia e le vicende degli USA sono in generale di estremo interesse, perché racchiudono tutte le dinamiche delle lotte sociali, di classe, i conflitti, le tendenze economiche, finanziarie, belliche, che si esprimono su scala planetaria e che condizioneranno, più di qualsiasi altro paese, il nostro futuro.

A margine voglio anche aggiungere che proprio per questo motivo la letteratura americana rappresenta il punto più elevato dell’espressione artistica e letteraria mondiale, racchiudendo in sè tutte queste tendenze e i conflitti globali che si esprimono attraverso caratteristiche letterarie epiche che, per il momento, in altri paesi non raggiungono la stessa intensità.


 

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