Questa intervista è stata pubblicata anche in lingua inglese in RSS.com
Alberto Betella è co-Founder di RSS.com una delle migliori piattaforme mondiali per la creazione e la distribuzione dei podcast, che fa parte dei membri fondatori del Podcast Standards Project. Alberto Betella è lo storico creatore di PodcastGen, la prima piattaforma podcast semi automatica di generazione e pubblicazione podcast, sviluppata dal 2006 all’interno dell’Università di Bergamo. Tra le diverse attività professionali ha svolto attività in ambito accademico che includevano lo sviluppo e la convalida della tecnologia indossabile, così come le applicazioni della vita reale della realtà virtuale e dell’intelligenza artificiale, anni prima che queste tecnologie diventassero ampiamente accessibili e parte della vita quotidiana.


Alberto Pian. Ciao Alberto, grazie per questa intervista che è molto importante e sarà seguita con attenzione in Italia. Direi di cominciare da qui, dai comportamenti del pubblico. Quindi ti chiedo subito: quali sono i trend di ascolto del podcasting rispetto agli altri media?
Alberto Betella. Ciao Alberto, sono felice di incontrarti, ci conosciamo da vent’anni e le nostre strade si sono sempre incrociate. Allora, rispondo subito dicendo che sì, il podcast continua a crescere e consolidarsi. In Italia, ad esempio, gli ascoltatori di podcast hanno raggiunto 17,2 milioni nel 2024 (+5% sul 2023) secondo un’indagine NielsenIQ, cioè quasi un italiano su tre.
Rispetto alla radio o alla lettura, il podcast offre contenuti on-demand, personalizzati e soprattutto fruibili in multitasking: il 68% degli ascoltatori apprezza poter ascoltare mentre svolge altre attività (un vantaggio unico dell’audio sul video). Inoltre, mentre la radio tradizionale resta un sottofondo generalista, il podcast permette di scegliere temi specifici e approfondirli quando e dove si vuole, senza vincoli di palinsesto.
A livello globale, la tendenza è simile: oltre la metà degli adulti statunitensi ascolta almeno un podcast al mese e la crescita si osserva in molti Paesi. Possiamo dire che il podcasting ha conquistato una fetta importante del tempo che prima le persone dedicavano ad altri media come la radio o persino la musica in streaming. Non li sostituisce del tutto, ma arricchisce il panorama offrendo intrattenimento e informazione più flessibili.
AP. Se questa è la tendenza è probabile che il pubblico abbia qualche preferenza per certi format, piuttosto di altri. Dalla vostra esperienza potete ricavare ricavare quali sono i format più apprezzati dal pubblico?
Alberto Betella. Certo, noi monitoriamo costantemente le preferenze del pubblico anche seguendo dati e statistiche fornite dalle agenzie. In linea di massima la platea dei podcast ama generi molto vari, ma alcuni spiccano chiaramente. In Italia, per esempio, i podcast di notizie e attualità, la politica, il true crime e i talk show/interviste risultano tra i più popolari. Il true crime in particolare continua ad essere amatissimo dal pubblico italiano e infatti figura sia tra i generi preferiti sia tra quelli in più rapida crescita. Anche i podcast di storia e cultura generale attirano moltissimi ascolti. Generi come la commedia e l’intrattenimento funzionano molto bene (in molti Paesi i podcast comici sono stabilmente in cima alle classifiche), così come l’ambito educational legato a business, tecnologia o crescita personale, che sono settori in forte crescita nell’ultimo anno.

AP. E, secondo te, al di là del format, il pubblico apprezza anche una certa qualità, è in grado di riconoscerla?
Alberto Betella. Ti spiego, partiamo dal fatto che prima di tutto va proprio detto che non esiste un solo formato vincente: ciò che conta è la qualità dei contenuti e la capacità di coinvolgere l’ascoltatore.
Serie narrative ben prodotte (pensiamo ai podcast tipo audio-documentari o fiction) possono avere un seguito appassionato, così come semplici chiacchierate informali con ospiti interessanti possono conquistare un vasto pubblico. Negli ultimi anni abbiamo visto crescere nuovi format come le fiction audio stile radiodramma e persino i podcast live con il pubblico in presenza.
Il pubblico premia sia i format classici del podcast (interviste, storytelling, rassegne news) sia le sperimentazioni innovative, purché offrano valore, autenticità e un buon livello di intrattenimento.
AP. Quello che dici sull’autenticità delle narrazioni mi sembra un punto di forza che preserva le caratteristiche del “podcasting delle origini.” A questo proposito, ci sono delle novità sui format e sul modo di fare podcasting, oppure tutto procede secondo i canoni classici?
Alberto Betella. Si, ci sono molte novità interessanti, sia nei format sia nelle tecnologie attorno al podcasting. Negli ultimi tempi il settore sta innovando su entrambi i fronti.
Partiamo dalle tecnologie. A esempio, sta emergendo il fenomeno del podcast live: oggi è possibile trasmettere eventi in diretta via RSS a player compatibili, coinvolgendo il pubblico in tempo reale con messaggi e micropagamenti. Noi di RSS.com lo abbiamo sperimentato con successo a novembre 2023 durante PodCon MX a Città del Messico abbiamo trasmesso l’intera conferenza. È stato un vero proof of concept di ciò che l’open podcasting basato su RSS può abilitare. È un formato nuovo che unisce podcast e live streaming, e penso vedremo altri esperimenti simili in futuro.
E poi anche sul fronte dei contenuti registrati vediamo evoluzioni: alcuni creatori sperimentano format narrativi interattivi, serie fiction ad alta produzione degne di una serie TV (ma in audio), oppure l’uso intensivo di capitoli, trascrizioni e contenuti extra per arricchire l’esperienza di ascolto. Dal punto di vista tecnologico, la comunità internazionale sta lavorando per estendere lo standard RSS con nuove funzionalità (il movimento noto come Podcasting 2.0). RSS.com è uno dei membri fondatori del Podcast Standards Project, insieme ad altre aziende concorrenti nel settore, e insieme discutiamo quali di queste nuove estensioni implementare tutti insieme.
Una delle più interessanti è il Location tag. Questa novità permetterà di associare ai podcast (o ai singoli episodi) luoghi geografici rilevanti, aprendo possibilità di fruizione completamente nuove. Si immagini di poter cercare podcast in base a una località, e ad esempio trovare episodi che parlano dei musei vicino a te, o guide su una determinata città che stai per visitare. Sarebbe potentissimo per gli ascoltatori, e infatti questo Location tag sta generando grande entusiasmo tra gli addetti ai lavori. Stiamo lavorando attivamente con i colleghi per implementare insieme questo standard aperto: RSS.com collabora in prima linea con gli altri attori del settore, perché crediamo che l’innovazione nel podcasting passi dalla cooperazione.
Direi quindi che il podcasting non procede affatto per inerzia seguendo solo i canoni classici: è un medium vivo e in rapida evoluzione, spinto dall’entusiasmo della community e dall’introduzione continua di nuove idee.

AP. Registrare e pubblicare un podcast continua a essere “facile” anche per un utente “normale”, rispetto ad altri media (video, grafiche, fumetti, etc.), oppure il rapporto fra i due media in questo sta cambiando? Che cosa stai osservando sul piano internazionale?
Alberto Betella. Assolutamente sì. La bellezza del podcasting è proprio nel fatto che resta un medium relativamente facile da creare per chiunque abbia qualcosa da dire.
Non servono studi professionali né attrezzature costose: bastano un computer o persino solo uno smartphone con microfono decente e una piattaforma di hosting online.
Rispetto al video, il podcast audio richiede meno competenze tecniche e logistiche: non devi preoccuparti di illuminazione, scenografie o montaggi visivi complessi.
Questo abbassa di molto la barriera d’ingresso: infatti oggi esistono circa 5 milioni di podcast nel mondo, segno che tantissime persone (e non solo addetti ai lavori) sono riuscite a produrre e pubblicare i propri contenuti audio.
Le piattaforme come la nostra hanno poi reso tutto più immediato: creare un nuovo podcast può richiedere letteralmente pochi minuti. Offriamo interfacce semplici dove caricare l’audio, aggiungere titolo e descrizione, e il resto (dalla generazione del feed RSS alla distribuzione sulle varie app di ascolto) avviene automaticamente.
In sintesi, sì: il podcast è tuttora un medium accessibile per un utente “normale” (come lo definisci tu), sicuramente più facile da realizzare in autonomia che non un video di qualità o altri formati creativi. Questa semplicità è uno dei motivi per cui il podcasting ha avuto un’adozione così ampia: se hai una storia o un messaggio, con poca attrezzatura e un po’ di volontà puoi condividerlo col mondo in audio.
AP. Giustamente questa facilità di cui tu parli ha sempre permesso a chiunque di creare anche buoni podcast a casa propria come dici è un “medium facile”. E questo è sempre stato il nostro mantra delle origini. Ma adesso come si sono messe le cose? A tuo parere il pubblico apprezza ancora i podcast “fatti in casa”, se ovviamente presentano buoni contenuti, oppure gli unici podcast seguiti sono quelli dei grandi operatori del settore? Hanno vinto i grandi network?
Alberto Betella. No, assolutamente, i grandi network, come li hai sempre chiamati, non vincono. Infatti il pubblico apprezza eccome i podcast “fatti in casa” con contenuti interessanti!
Anzi, direi che la stragrande maggioranza dei podcast di successo nasce proprio dal basso, in contesti indipendenti o autoprodotti.
Pensiamo all’essenza stessa del podcasting: è nato come medium democratico e decentralizzato, dove chiunque poteva registrare in salotto e trovare un pubblico globale. Molti dei podcast più amati hanno inizi umili e indipendenti. La stragrande maggioranza dei programmi disponibili non proviene dai grandi network media: a esempio, oggi decine di migliaia di persone usano RSS.com per condividere le proprie storie, raggiungendo complessivamente milioni di ascoltatori in tutto il mondo. Questo per dire che il panorama è popolato da creatori indipendenti, e gli ascoltatori li seguono con passione quando il contenuto è valido.
Certo, i grandi editori e le piattaforme professionali portano risorse e spesso producono serie di alta qualità tecnica, con vip e campagne marketing. Ma gli ascoltatori cercano soprattutto autenticità, competenza e capacità di raccontare qualcosa di interessante. Un podcast “casalingo” con un bravo narratore, o che tratta una nicchia molto sentita, può avere un seguito fedelissimo anche senza budget elevati.
D’altronde l’audio è un mezzo intimo: crea un legame diretto con chi ascolta, indipendentemente dai mezzi di produzione. In sintesi, il pubblico premia i contenuti di qualità più che la forma patinata; un podcaster indipendente che parla con passione e conoscenza di un tema può competere nell’attenzione degli utenti alla pari con i grandi nomi del settore.
AP. Ciò che dici è molto bello e confortante e direi, correggimi se sbaglio, che RSS.com è un servizio molto professionale per coloro che, da professionisti, vogliono impiegare il podcasting ad alto livello, ma allo stesso tempo conserva il suo orientamento delle origini di favorire il grande pubblico, di invogliarlo sulla strada della creazione di podcast. Perciò ti chiedo: quali sono le caratteristiche “easy” e i punti di forza di RSS.com?
Alberto Betella. È come dici tu. Ma dobbiamo fare un passo indietro. RSS.com nasce da una lunga esperienza con Podcast Generator, l’applicazione web open source che che conosci molto bene, che ho sviluppato nel 2006 e mantenuto per più di una decade. Tu stesso sei stato fra i primi a utilizzarla nell’ambito dei Master dove insegnavi e nella formazione in genere.
Podcast Generator è nato all’Università di Bergamo con l’obiettivo di avviare il podcasting universitario e, proprio perché sviluppato in un contesto accademico, la sua interfaccia era stata pensata per essere estremamente semplice: permetteva ai docenti di pubblicare i loro podcast senza sforzo, delegando tutta la complessità e la parte tecnica al back end (in questo articolo sei citato direttamente, come sai).
Questo principio si è trasferito direttamente in RSS.com. Tra le caratteristiche “easy” e i principali punti di forza della nostra piattaforma possiamo citare:
- Onboarding rapido e intuitivo. Bastano pochi minuti per creare e pubblicare un podcast su RSS.com, grazie a un’interfaccia semplicissima (anche in italiano) adatta anche ai non esperti. In meno di 5 minuti il tuo feed è online e pronto per essere ascoltato nel mondo.
- Distribuzione automatica. Una volta caricato un episodio, RSS.com lo distribuisce con un clic su tutte le principali piattaforme (Apple Podcasts, Spotify, Amazon Music, etc.) , senza che l’utente debba occuparsi manualmente di ogni servizio. Questo elimina un grande ostacolo tecnico per i podcaster alle prime armi.
- Trascrizioni automatiche: Offriamo la generazione automatica di trascrizioni testuali per ogni episodio. Ciò aiuta sia l’accessibilità (ad esempio per persone con disabilità uditive) sia la scoperta dei contenuti, perché i testi migliorano l’indicizzazione sui motori di ricerca.
- Audio-to-Video (PodViz). Abbiamo strumenti integrati per convertire facilmente l’audio in video con grafica e forma adatta a YouTube. In questo modo il podcaster può pubblicare automaticamente il suo episodio anche su piattaforme video, ampliando il pubblico senza sforzo aggiuntivo (utile dato che molti scoprono i podcast proprio via YouTube).
- Monetizzazione accessibile. Mettiamo a disposizione funzioni di monetizzazione tramite inserzioni dinamiche, con una soglia di pagamento minima di solo 1 dollaro statunitense. Anche i piccoli podcaster possono iniziare a guadagnare qualcosa dai loro contenuti, senza dover raggiungere decine di migliaia di ascolti.
- Statistiche professionali e supporto dedicato: Forniamo statistiche dettagliate (certificate da IAB) e in tempo reale sull’andamento del podcast (download, ascolti per episodio, geografie, etc.) per aiutare i podcaster a capire e far crescere il loro pubblico. Inoltre il nostro team offre supporto clienti con guide, tutorial e assistenza personalizzata.
Il nostro punto di forza principale è offrire un’esperienza semplice ma completa: dalla creazione, all’hosting, alla distribuzione e promozione, fino alle nuove funzionalità avanzate (abbracciamo subito le innovazioni di Podcasting 2.0 come trascrizioni, capitoli, tag aggiuntivi, etc.). L’obiettivo è permettere a chi fa podcast di concentrarsi sui contenuti, mentre noi ci occupiamo di tutta la complessità tecnica.
Ap. Sia il pubblico che i professionisti apprezzeranno moltissimo il vostro impegno, così preciso e attento nell’offrire sempre nuove opportunità. A questo riguardo mi viene da chiederti come vedi le tendenze attuali, se si indirizzano di più verso i video podcast, o se la versione audio mantiene sempre il suo valore , e… lo conserverà?
Alberto Betella. La questione Podcast Vs Video è molto interessante. Sicuramente negli ultimi due anni c’è stato un forte impulso verso i cosiddetti “video podcast”, trainato da piattaforme come YouTube e Spotify che hanno introdotto il supporto video nei podcast. C’è una tendenza da parte di alcuni creator e publisher a sperimentare il formato video per i loro show, specialmente quelli che sono essenzialmente talk show con presenza scenica, interviste in studio, o podcast dove “metterci la faccia” aggiunge qualcosa.
Detto ciò, l’audio puro mantiene un valore enorme e insostituibile. Personalmente concordo con James Cridland (editor di Podnews, speaker e tra le voci più autorevoli del settore del podcasting) quando afferma
“a podcast does one thing – and it does it really well: it’s something for your ears when your eyes are busy”. (James Cridland)

Il punto di forza del podcast tradizionale è proprio la sua fruibilità in situazioni dove il video non arriva (mentre guidi, fai sport, cucini, cammini) e la capacità di stimolare l’immaginazione dell’ascoltatore senza bisogno di schermo. Molti creatori stanno scoprendo che aggiungere il video funziona solo per certi formati, ma per altri è superfluo o perfino controproducente.
Non a caso, c’è chi prevede che entro il 2025 alcuni grandi publisher che hanno investito molto sui video faranno marcia indietro, rendendosi conto che il loro pubblico podcast preferisce l’esperienza solo audio. Del resto, già oggi vediamo che i video podcast di successo sono spesso quelli che nascono come video show (ovvero youtuber che fanno interviste filmate), mentre i podcast nativi audio continuano a prosperare così come sono.
Vedo il video come un complemento in alcuni casi, non come un sostituto dell’audio. L’audio mantiene infatti tutto il suo valore unico. Un vero podcast, per definizione, è pensato per l’ascolto: se diventa un prodotto principalmente da guardare (magari solo su YouTube), ci avviciniamo di più a uno show web televisivo che al podcasting in senso classico.
L’audio resta invece imbattibile per comodità (lo puoi portare ovunque) e soprattutto per intimità (tu stesso ne hai parlato in diversi libri). Questa intimità si fonda sul concetto di relazione parasociale, cioè quel legame unidirezionale ma speciale che si crea tra l’ascoltatore e il podcaster. Ho affrontato proprio questo tema nella mia talk a Podcast Movement 2025 a Dallas e presto pubblicherò un articolo che approfondisce perché l’audio resta, e resterà sempre, centrale.

AP. E quindi, secondo te che cosa succederà in futuro? Come si muoverà il mercato (audio Vs video)? È una lotta all’ultimo sangue oppure una nuova forna di equilibrio?
Alberto Betella. No, niente sangue! Direi (ma non solo io), che nel prossimo futuro mi aspetto che il mercato trovi un certo equilibrio tra audio e video, integrando i vantaggi di entrambi i formati. Alcuni podcast continueranno ad aggiungere la componente video, specialmente dove ha senso: penso a podcast di interviste con ospiti in presenza, eventi dal vivo registrati, o contenuti in cui vedere le espressioni e le immagini aggiunge effettivamente valore all’esperienza.
Allo stesso tempo, l’audio rimarrà centrale per la maggior parte della produzione podcast. Probabilmente vedremo sempre più creatori offrire sia la versione audio che quella video del loro show, lasciando all’utente la scelta di come fruirlo. Le piattaforme stesse si stanno adattando: per esempio YouTube ora permette ai podcaster di caricare i podcast via RSS (in gestione automatica) oltre che in video, segno che vuole abbracciare entrambi i mondi.
Dal lato dell’ecosistema aperto, c’è un movimento per supportare meglio la convergenza audio-video senza chiudere i contenuti dentro giardini recintati.
Come accennavo, all’interno del Podcast Standards Project stiamo lavorando a un sistema aperto per veicolare video attraverso gli RSS in maniera efficiente, usando lo streaming adattivo HLS. In pratica, stiamo proponendo un nuovo tag RSS (podcast:alternateEnclosure) che consente di allegare al feed una versione video dell’episodio.
Questo permetterà ai podcast di avere un doppio formato audio+video in un unico feed, mantenendo però la compatibilità con tutte le app esistenti. L’idea è che l’ascoltatore possa scegliere: se sta usando un’app che supporta il video e vuole guardare, lo fa; altrimenti resta all’audio senza interruzioni. Tecnologicamente, grazie ad HLS, la riproduzione video sarà adattiva e senza pesanti download, integrata nell’esperienza audio.
In sostanza prevedo un mercato dove l’audio resterà il cuore del podcasting e il video verrà usato in modo più mirato, aggiungendo valore in contesti specifici. Le sperimentazioni video proseguiranno, ma credo si andrà verso un equilibrio: il podcast rimarrà principalmente un’esperienza audio, arricchita opzionalmente dal video quando opportuno.
Chi saprà combinare i due formati in modo intelligente potrà ampliare il proprio audience, ma sempre mettendo al centro la qualità dei contenuti e l’esperienza d’ascolto (che con l’audio resta più flessibile e personale).
Da parte nostra, come settore, lavoreremo per rendere questa integrazione il più fluida e aperta possibile, invece di lasciare che audio e video diventino due mondi separati.
AP. Appunto, parliamo proprio di questo, di che cosa fa RSS.com per integrare audio e video. Quali novità si prospettano, se ne puoi parlare al pubblico che ci legge?
Alberto Betella. Nessun segreto, operiamo in modo trasparente. Intanto cominciamo col dire che la nostra piattaforma già oggi offre soluzioni per integrare audio e video, e ne abbiamo altre in arrivo. Attualmente, a esempio, mettiamo a disposizione PodViz, lo strumento che converte automaticamente l’audio in un video con grafica, pronto per essere caricato su YouTube: un modo semplice per dare presenza video ai podcast nati come audio.
Ma stiamo andando oltre.
In qualità di membri attivi del Podcast Standards Project, stiamo implementando il supporto al nuovo tag podcast: alternateEnclosure nei feed RSS, che lanceremo entro la fine dell’anno. Questo permetterà ai podcaster di aggiungere una traccia video ai propri episodi senza dover creare feed separati o duplicare il lavoro.
La novità è che si tratterà di video in streaming (tecnologia HLS) integrato direttamente nel feed RSS. Per ora è solo un prototipo e una sola app lo supporta, ma se più app adotteranno l’alternateEnclosure, l’ascoltatore potrà scegliere se guardare il video o continuare ad ascoltare l’audio standard, in modo del tutto trasparente.
Questa è una novità importante su cui stiamo lavorando insieme ad altri partner. Parallelamente, continuiamo a migliorare tutti gli aspetti legati all’audio, come per esempio gli strumenti per il live podcasting, alle integrazioni con piattaforme esterne (YouTube, app di terze parti, smart speaker, etc.). Il nostro obiettivo è fornire ai podcaster massima flessibilità: che vogliano restare solo audio, oppure sperimentare col video, RSS.com darà loro gli strumenti per farlo in modo agevole e mantenendo il controllo sul proprio feed.
AP. Oggi le voci e la creazione di podcast tramite IA (es: NotebookLM di Google) sono migliorate moltissimo e sono davvero intriganti. A esempio, se registri una conferenza e poi chiedi all’IA di realizzare una trasmissione talk di sintesi, direi che è certamente meglio ascoltare questa trasmissione piuttosto che risentirsi tutta la conferenza, lo stesso vale per complesse chiacchierate e anche per certe lezioni accademiche. Che cosa ne pensi del rapporto podcast – IA e come intende agire RSS.com?
Alberto Betella. La prima cosa da dire e che rilevi anche tu è che il rapporto tra podcast e Intelligenza Artificiale è sempre più stretto e ricco di opportunità. Le tecnologie AI applicate all’audio sono progredite a vista d’occhio: oggi possiamo trascrivere e analizzare ore di parlato in pochi minuti, sintetizzare voci molto realistiche e persino generare contenuti originali abbastanza credibili.
L’esempio che fai (registrare una conferenza e poi chiedere a un’IA di confezionare un episodio riepilogativo) è emblematico del potenziale in gioco. In effetti, perché costringere un ascoltatore a sorbirsi 2 ore di audio grezzo quando un modello intelligente può estrarne i punti salienti e presentarli in 20 minuti ben curati?

Ci sono già esperimenti del genere: recentemente è stato utilizzato Google NotebookLM per analizzare molte discussioni sul tema “Podcasting 2.0” e generare un unico episodio di podcast che ne riassumesse i punti chiave. Il risultato è stato un contenuto più fruibile e focalizzato, generato dall’AI a partire da materiale esistente, decisamente più comodo che riascoltare integralmente tutti i singoli episodi originali. Abbiamo anche visto che in RSS.com hai dato vita a un podcast creato proprio dalle conversazioni scaturite da NotebookLM. Lo abbiamo apprezzato, ci è sembrato molto funzionale.
Quindi, dal nostro punto di vista, l’IA è un potente alleato sia per i podcaster che per gli ascoltatori. Può aiutare a migliorare la produzione (ad esempio pulendo l’audio, rimuovendo automaticamente pause o rumori di fondo), a creare trascrizioni e capitoli in modo istantaneo, e (come dicevi) a riassumere o riformattare contenuti lunghi in formati più brevi e accessibili.
Ciò significa che un podcaster potrebbe un domani offrire diverse versioni del proprio show: una completa e una breve sintesi “AI edition” per chi ha meno tempo. Oppure, pensiamo alla scoperta dei contenuti: con l’AI diventa possibile cercare dentro gli episodi per argomento e recuperare esattamente il segmento di interesse, cosa che prima era impensabile.
Insomma, trovo il rapporto podcast-IA davvero intrigante.
L’IA non sostituisce la creatività e la personalità umana perché la voce e il tocco del conduttore rimangono fondamentali, ma può togliere molto lavoro ripetitivo e amplificare la fruibilità dei contenuti. Come RSS.com, noi abbracciamo queste tecnologie perché crediamo possano rendere il medium ancora più ricco e offrire un’esperienza migliore sia a chi crea sia a chi ascolta.
AP. Quindi tu pensi che anche in questo caso, come per i video, non si genererà una sorta di conflitto insanabile fra podcasting e IA, non ci saranno morti e feriti sul campo di battaglia. Che cosa pensi che avverrà?
Alberto Betella. Guardando avanti, ma tenendo conto di quello che già avviene, io credo proprio che l’AI diventerà sempre più integrata nel ciclo di vita del podcast.
Possiamo immaginare un futuro in cui molti programmi quotidiani di news o rassegne saranno generati in gran parte in automatico: l’IA selezionerà le notizie più rilevanti della giornata e le leggerà con una voce sintetica quasi indistinguibile da quella umana.
Alcuni esperimenti in tal senso esistono già, e penso che questo modello si diffonderà per i contenuti più formulaici (ad esempio bollettini meteo, notiziari finanziari, aggiornamenti sportivi automatizzati).
Ci sarà anche un proliferare di podcast virtuali creati interamente da algoritmi, magari su misura dei gusti di ciascun utente (immagina un feed mattutino costruito dall’AI in base alle tue preferenze e abitudini di ascolto).
Una frontiera molto interessante sarà la traduzione automatica e il doppiaggio AI: poter ascoltare qualsiasi podcast in qualunque lingua grazie a una voce clonata del conduttore che parla, ad esempio, in italiano o in inglese mantenendo lo stesso timbro.
Alcune aziende ci stanno già lavorando e potrebbe rivoluzionare la diffusione internazionale dei contenuti. Immagino anche strumenti di storytelling adattivo, dove l’ascoltatore potrebbe interagire con l’episodio tramite l’AI (un po’ come quei libri-game “scegli la tua avventura”, ma in formato audio dinamico).
Dal lato delle analytics, l’AI permetterà di capire meglio le preferenze e persino le reazioni emotive del pubblico. Già oggi si studia l’Emotion AI per valutare l’engagement emotivo causato da certi toni di voce o parole chiave, e questo potrebbe aiutare podcaster e inserzionisti a tarare meglio i contenuti e gli annunci. Immagino piattaforme che analizzano automaticamente dove l’attenzione dell’ascoltatore cala o cresce durante un episodio, così da suggerire ai podcaster come migliorare ritmo e format.
Ovviamente, insieme a tutte queste possibilità, sorgeranno delle sfide. Dovremo assicurarci che l’uso dell’AI sia trasparente ed etico. A esempio, se un podcast fosse interamente generato da una macchina, l’ascoltatore dovrebbe saperlo chiaramente, per non minare la fiducia nel medium. Allo stesso modo, se si usa la voce clonata di un host reale per creare contenuto (ad es. annunci o versioni in altre lingue), bisogna avere il suo consenso e rispettare linee guida rigorose.
Su questo l’industria è già attenta: le stesse regole che valgono per le pubblicità e i contenuti tradizionali dovranno valere per quelli generati dall’AI. La trasparenza sarà fondamentale, e mantenere la fiducia del pubblico sarà la priorità.
Personalmente sono ottimista: credo che l’AI offrirà enormi vantaggi nel podcasting, ma dovremo implementarla con buon senso, mettendo sempre al centro l’esperienza umana dell’ascoltatore.

AP. State sviluppando dei progetti per integrare IA e podcasting?
Alberto Betella. Sì, RSS.com investe nell’integrazione dell’AI per migliorare l’esperienza podcast su tutti i fronti.
Abbiamo già implementato diverse funzionalità basate sull’intelligenza artificiale. Per cominciare, come dicevo, offriamo trascrizioni automatiche per tutti gli episodi caricati: è una feature che aumenta l’accessibilità e aiuta anche la visibilità sui motori di ricerca. Inoltre, stiamo lavorando su strumenti di sintesi e riassunto: in futuro vogliamo offrire ai podcaster la possibilità di ottenere automaticamente dagli algoritmi una sorta di versione breve dei loro episodi, oltre che traduzioni in altre lingue tramite doppiaggio AI.
Immagina di caricare un episodio in italiano e avere con pochi clic anche la versione inglese generata dall’AI con la tua voce clonata: è qualcosa su cui stiamo facendo ricerca e che potrebbe diventare realtà sulla nostra piattaforma.
Un progetto di cui sono particolarmente orgoglioso è GOST.AI. Si tratta di una tecnologia brevettata da RSS.com nel campo dell’advertising, che utilizza voice cloning ed Emotion AI per creare annunci pubblicitari audio.
In pratica, replichiamo lo stile espressivo della voce del podcaster (l’host in inglese, che noi chiamiamo “gost” senza la h, con un gioco di parole) per leggere spot su misura e creare numerose varianti di una pubblicità senza doverle registrare manualmente.
Tecnicamente, superiamo il semplice voice cloning aggiungendo la componente emotiva: l’AI non si limita a copiare le parole, ma riproduce le inflessioni, il ritmo, l’intonazione, ovvero tutto ciò che costituisce la “firma emotiva” di quella voce. Così facendo gli annunci generati attivano lo stesso tipo di relazione parasociale e fiducia che l’ascoltatore ha verso il suo host preferito, ma in modo automatizzato.
Naturalmente si farà con il pieno consenso del creatore e seguendo linee guida etiche rigorose (ad esempio, l’ascoltatore sarà sempre informato che si tratta di pubblicità, anche se la voce è la stessa del conduttore reale). Questa soluzione permette di scalare la personalizzazione degli annunci audio come mai prima: è un esempio concreto di come l’AI può trasformare positivamente il podcast advertising, ed è qualcosa che vedrete integrato nella nostra piattaforma man mano che maturerà.
In generale, l’idea è sempre di usare l’IA per facilitare la vita ai podcaster (meno noiosi compiti manuali) e per offrire agli ascoltatori esperienze più ricche e personalizzate, senza snaturare la genuinità che rende speciale questo medium. Siamo entusiasti di esplorare queste frontiere e convinti che, usata con responsabilità, l’AI possa far fare al podcasting un ulteriore salto di qualità.

Alberto Betella è ospite al Festival del podcasting il 30 settembre 2025 alle 12,20, per info qui.
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