Alberto Pian

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APPUNTI PER CONOSCERE DADA

Il manifesto dadaista è del 1918. è scritto da Tristan Tzara (1896, Moinesti – Romania – 1963, Parigi). Ma il termine Dada appare per la prima volta sulla rivista “Cabaret Voltaire” il 15 giugno del 1916. Questa parola non significa assolutamente nulla, è coniata da un gruppo di ventenni ed esprime il loro senso di rivolta contro contro la società. Il movimento nasce a Zurigo, dove si raccolgono giovani esuli di vari paesi, disertori come Ball (il fondatore del cabaret Voltaire, il ritrovo dei dadaisti a Zurigo), rivoluzionari come Lenin (che abita vicino al cabaret Voltaire), intellettuali e profughi.

ESERCIZI PER STORYTELLER. “I JUST CUT THE HAIR”, FATEVI ISPIRARE DAL PARRUCCHIERE

L’uomo che non c’era, Joel Coen, 2001, inizia con il monologo di Ed, un parrucchiere. La voce fuori campo è quella del protagonista Ed, che appare verso la fine del monologo, mentre fuma una sigaretta. La voce narrante, fuori campo, non è sincronizzata con l’apparizione dell’attore. Proviamo. Scrivete il vostro incipit Il film è in …

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QUELLA FOTO NEL QEENS

Ho ricevuto diverse risposte particolarmente interessanti sulla fotografia che ho proposto di analizzare (che ho scattato nel Qeens), e che voglio commentare in questo articolo. Alcune vostre considerazioni # Una persona dice che se si considera la foto come composta due metà separate vengono fuori pensieri e visioni del tutto particolari. Provate, è un chiaro esempio di scomposizione – ricomposizione.# Un …

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RACCONTARE CONTANDO. ESERCIZI PER STORYTELLER (aspiranti o affermati)

Il conteggio delle parole o delle battute è sempre stato un potente strumento di una ristretta cerchia di persone specializzate: i redattori, i correttori di bozze, gli autori di testi, gli sceneggiatori. Raramente, o quasi mai si utilizzano questi strumenti per una formazione nel campo dello storytelling.  Quando viene proposto un esercizio narrativo spesso sorge la domanda:”Quanto deve essere lungo?” La risposta di solito è:  “Una pagina… Un foglio… Non troppo lungo…” Raramente, o quasi mai, si dice 1800 battute, 2 cartelle redazionali, 300 parole.

LA SCOMODA LEZIONE DEL TEATRO DELL’ASSURDO PER LA COMUNICAZIONE DI OGGI

L’assurdo è rivoluzionario, per questo ogni suo riferimento deve essere soppresso. Eugène Ionesco diceva: ”Il teatro è essenzialmente rivelazione di cose mostruose, o di condizioni mostruose, senza immagini o di immagini che portiamo in noi.” L’assurdo oggi è straordinariamente attuale proprio perché ci è evitato in tutti modi di doverlo affrontare. La cultura di massa può avere tutte le caratteristiche che si vuole, dalle più brutali, violente, sessiste, razziste, pornografiche al loro finto “contrario”, buonista, educato, moralista, politicamente corretto, paternalista, tranne una: svelare l’assurdo, mostrarne l’esistenza. Questo è comune a qualsiasi comunicazione, perciò diffidiamo di tutto ciò che viene comunicato. Leggiamo due brani tratti da Aspettando Godot (S. Beckett) e La lezione (E. Jonesco), per chiarire questi concetti.