Vorrei partire da una considerazione importante in ambito storytelling film. Da diverso tempo non scrivo più tutorial. Un mio libro del 2004 sul video storytelling era accompagnato da tutorial sul montaggio tramite iMovie, Final Cut Express e iDVD. C’erano anche procedure per utilizzare Avid DC e Adobe Première. Negli anni novanta ero tra i primi a divulgare gratuitamente tutorial e procedure per l’impiego di Adobe Première, iMovie e FinalCut. Allora e fino al 2007 e poi fino al 2010 questo aveva un senso perché si lavorava al computer, non c’era YouTube e non c’erano i vblogger, non c’erano dispositivi mobili: occorreva divulgare e insegnare anche delle procedure.
Nel 2007 è nato il primo iPhone, un computer in un telefono. Nel 2010 il primo iPad (senza fotocamera). I dispositivi mobili hanno cambiato tutto: hanno reso chiunque in grado di manipolare applicazioni e anche di filmare e di fotografare e di distribuire i propri lavori. Le applicazioni amatoriali di montaggio per il video storytelling sono proliferate e si sono semplificate.
Da quel momento i produttori di applicazioni hanno condiviso in rete tutorial efficaci e ben organizzati per temi, sui loro stessi prodotti. Inoltre le applicazioni cambiano e si rinnovano a un ritmo mai visto – che rende complicato l’aggiornamento di tutorial per chi li volesse scrivere – ma, nonostante le differenze, esiste fra le diverse applicazioni un terreno comune che ne rende omogeneo l’apprendimento. La conoscenza si è diffusa a macchia d’olio e spesso si impara facendo.
Oggi serve più cultura, la tecnica si apprende facilmente
Quindi oggi (2022) servono due cose:
- un’impostazione culturale e di ispirazione, ricca di suggerimenti pratici (che ho pubblicato anche nel recente Come un film. Ispirare con le immagini in movimento), cosa rara e complicata da acquisire specialmente in ambito film storytelling.
2. un apprendimento basato su schede per operare a livelli superiori (come il libro DaVinci, il montaggio perfetto per tutti), riordinando le informazioni tecniche in precisi metodi di lavoro (workflow), e non più in procedure sull’uso dell’applicazione, come una sorta di “manuale” che nel video storytelling non avrebbe più senso.
Interfaccia e bellezza dell’applicazione
Questo vuol dire semplicemente che potete scegliete l’applicazione che preferite, oggi non esiste praticamente più un “meglio” o un “peggio” se non a livello professionale. Inoltre ciò che conta moltissimo è l’interfaccia, cioè come vi trovate con l’applicazione in questione. Il “modo” con cui operate diventa fondamentale a parità di funzioni perché l’interfaccia grafica e l’organizzazione della struttura di montaggio sullo schermo, influiscono in modo rilevante sulle vostre potenzialità cognitive. La bellezza entra in gioco anche in questo piano.
Una scelta curiosa
Rispetto al periodo precedente la diffusione di applicazioni easy di montaggio per dispositivi mobili, oggi cambiano le scelte che dovete fare per montare il vostro film:
1. usare solo dispositivi mobili;
2. usare solo il computer;
3. usare entrambi.
E’ sulla base di queste tre opzioni che leggete nelle tabelle qui sotto alcune indicazioni che si basano sulle applicazioni gratuite di mia preferenza.
Montare con dispositivi mobili, con il computer, con entrambi
Montate il filmato con i vostri iPad, tablet o addirittura con iPhone e smartphone, mentre siete in treno, mentre camminate o in montagna davanti a una polenta e gorgonzola. Le applicazioni gratuite che preferisco sono iMovie, Adobe Rush e Adobe Express (Spark video) che, a mio parere, sono di eccezionale interesse. Se montate invece dal vostro Mac o PC, la scelta è obbligata con DaVinci Resolve, incredibile applicazione di montaggio, color correction, gestione di effetti speciali e inserti 3D, usata normalmente nelle grandi produzioni cinematografiche, ma gratuitamente a disposizione di tutti (speciali funzionalità avanzate sono a pagamento).
Applicazioni gratuite e dispositivi a confronto
Applicazioni gratuite e alcune funzioni a confronto
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Grazie, mi fa piacere sia utile. Ne seguiranno altri sul tema del videostorytelling.
Come sempre un faro da seguire.
Grazie Alberto!