Alberto Pian

MULTICANALITÀ E INTEGRAZIONE IN PILLOLE

La multicanalità è diventata la condizione di esistenza dello storytelling. Quando pensate a uno storytelling dovrete anche tenere conto del fatto che la vostra storia potrà essere distribuita:
# Attraverso diversi canali.
# In diversi formati (media).

Questo non condiziona la ricerca e la creazione della storia. Infatti, il metodo che ho elaborato per la creazione di storytelling (lo apprendi nei corsi e ne parlo in libri a articoli), è indipendente dai canali e dai formati. La creazione indipendente della storia vince su tutto il resto, poi dovete immaginare quale può essere l’uso della storia e tenervi pronti per lavorare al suo adattamento.

Ecco un elenco con alcune brevi considerazioni per ciascun tema, disposto in ordine alfabetico.

Canali

Geolocalizzazione mappe. La storia può essere distribuita attraverso vari sistemi di incorporazione nelle mappe. Può essere un filmato a 360° ma anche un insieme di foto e / o di testi sui quali atterra il fruitore che cerca delle informazioni geolocalizzate. Altri sistemi di geolocalizzazione riguardano i codici QR, che danno accesso a qualsiasi tipo di contenuto e quindi di narrazione, o la realtà aumentata.

Mail newsletter. Le storie possono essere incorporate in mail in tutte le forme possibili e immaginabili, anche attraverso un singolo link, in altri casi con una visualizzazione diretta, e in altri casi ancora attraverso un incorporamento che richiede un’azione da parte dell’utente (immagini, una pagina PDF, incorporamento audio e video). Ciò che conta sono le azioni richieste per la fruizione e la visibilità, immediata o meno, del contenuto da parte del pubblico.

Presentazione. La storia può essere presentata attraverso slide e altri sistemi grafici? Certamente ci sono canali specifici che contengono solo presentazioni realizzate con slide. Dovete capire in quale calderone vi inserite, o se preferite un canale dell’organizzazione.

Radio, podcast. Il passaggio audio (radio – podcasting), può essere molto vario: dallo spot al radiodramma, tenendo conto anche del dibattito (talk), che può essere organizzato intorno a una storia, o al carattere informativo di una documentazione o di una inchiesta sulla storia stessa.

Realtà virtuale, aumentata, mista. Non sempre ci si può immergere per fruire di una storia e bisogna tenere conto se sono necessari supporti secondari di visione, di interazione e se il sistema di visione è collocato nel giusto ambito (esposizione, evento, museo, ecc.), per la fruibilità della storia.

Sala cinema, teatro. Controllate che le specifiche di uscita siano adatte per una proiezione su grande schermo. Ma fate attenzione anche all’effetto spazio: su grande schermo o con attori su un palco non è detto che l’esperienza sia la medesima che avete vissuto durante la creazione della storia. Le dimensioni di proiezione e di una sala cambiano il modo con cui una storia viene percepita.

Social. Ogni canale ha le sue particolarità che devono essere ben conosciute per poter avere un ritorno accettabile. Se non siete esperti della loro gestione (non nel senso di inserire dei post o lanciare delle dirette), vi dovete informare perché il modo con sui dovrete adattare la storia o creare varianti per certi canali, determina delle condizioni importanti (durata, tempi di fruizione da parte del pubblico, preferenze video / testuali / immagini, ecc.).

Social dirette. La storia può essere trasmessa nel corso di una diretta, in condivisione streaming. Se questo è uno scopo allora considerate anche eventuali trasformazioni grafiche per colpire lo spettatore che durante una diretta di solito fa anche altro, e di durata e ritmo della narrazione. Ma una storia presentata in una diretta può essere anche composta da sole immagini, da slide, da un testo (raro ma non impossibile), da animazioni.

Stand, installazione. In una fiera, in mezzo a molti altri stand, ai suoni, ai rumori, alle conferenze, riuscirete a divulgare la vostra storia? Quali accorgimenti tecnici prenderete? Proporrete una versione specifica da mostrare in loop? Rinuncerete al video per distribuire un libretto? O è meglio soprassedere?

Store audiolibri. Gli store (negozi on line), hanno proprie regole riguardo il formato e la qualità degli audiolibri, bisogna seguirle con attenzione documentandosi direttamente nei loro canali.

Store applicazioni. Possono essere distribuite nei diversi ecosistemi (Apple, Google, Amazon, ecc.), seguendo regole precise e specifiche proprietarie appropriate, ma possono essere anche webapp in html 5 che vengono incorporate in pagine web.

Store eBook. Anche gli store di eBook hanno le loro regole e formati che vengono accettati o respinti. Non tutti accettano eBook interattivi in ePub 3, per esempio, mentre l’ePub tradizionale è universale. Anche il PDF non è distribuito da tutti (e non è un formato specifico per eBook).

TV e streming. Se si tratta di uno spot bisogna anche qui seguire regole stringenti non solo per la durata e la qualità, ma anche per la gestione dei colori, per esempio, cose che devono essere valutate quando si gira e si crea il filmato.

Webinar, videoconferenza. La storia può essere presentata e commentata in webinar specifici a iscrizione (per acquisire indirizzi) o libera (per una diffusione massiva) e anche a pagamento (all’interno di corsi e spettacoli). Le specifiche di trasmissione della piattaforma sono importanti per avere una trasmissione di qualità e per la trasmissione audio e la sua sincronizzazione con le immagini.

Formati


Album a stampa o digitale. Può essere composto da disegni, fotografie, immagini, da figurine da incollare, da parti da colorare. Un album può essere aperto perché richiede che il fruitore interagisca, oppure chiuso perché lo deve solo completare. Può essere usato per raccolte a punti, matrimoni ed eventi, per collezionare appuntamenti (uscite di periodici, partecipazione a spettacoli o risposte a richieste). Se è una raccolta lo impiegherete per stabilire una continuità di rapporto con il pubblico. Se è digitale può essere composto da giochi. Un album fotografico può raccontare un evento, una storia articolata, un viaggio, un prodotto, una persona, un ambiente… Fra gli album annoveriamo gli sketchbook da viaggio che possono essere stampati o digitali con varie forme di interazione. Una storia è sempre un viaggio, anche gli sketchbook possono essere uno strumento di divulgazione interessante.

Articoli. Blog. Post. La storia può essere raccontata in uno dei più vecchi sistemi al mondo: il testo. Un articolo parla della storia, non può essere la storia, ma ruota pur sempre intorno al vostro mondo. Senza aspettare che qualcuno scriva degli articoli sulla vostra storia ci potete pensare voi stessi e la vostra organizzazione. Lo stesso vale per i post dei diversi social. Ma il post di un social può sempre contenere una storia integrale, per quanto ridotto possa essere il numero di caratteri consentito. Il blog può ospitare tutta la storia o alcune puntate, dipende da quanto sono disponibili a leggere i lettori. Su questo vi dovete informare, non perché pubblicate voi (lo farà chi sarà specializzato per questo), ma perché sappiate come costruire la storia.

Animazione. In Ken Burns, 2D o 3D ma anche sviluppate con tecniche miste (pastiche), insieme a disegni, filmati, fotografie, grafiche, testi. Qualsiasi cosa può essere animata. Possono essere animate anche le stesse parole che diventano una storia grafica composta solo da lettere. Non ci sono limiti. Possono essere interattive se sviluppate come applicazioni. Dovete tenere conto che, normalmente, l’animazione crea un distacco dalla realtà rispetto alle immagini fotografiche che forniscono una percezione più definita e questo, in certi casi, può rendere più semplice la fruizione della storia.

Applicazioni. Contengono molte interazioni in modo che da poter giocare con la storia creando diversi momenti ludici e/o di apprendimento, se necessario. Le interazioni possono essere interne alla storia, che si può fermare, proporre alternative, verificare un apprendimento, ottenere dei suggerimenti per altre storie. Oppure possono essere esterne, collocate alla fine per giocare, per imparare o per approfondire.

Audio. Audiolibro. Podcast. Non sottovalutiamo il racconto nel solo formato audio. Considerate l’impennata che audiolibri e podcast hanno realizzato negli ultimi anni. I dialoghi e le descrizioni di un audiolibro non sono gli stessi di un film e nemmeno quelli di un romanzo e neppure di una conversazione radiofonica o di un radiodramma. Se sapete già che la storia uscirà anche in un formato audio, pensate a sintetizzare le descrizioni o a inserirle affinché il pubblico le comprenda e a rendere i dialoghi semplici e chiari. Anche il ritmo della storia conta perché l’attenzione su un audiolibro o un podcast tende ad abbassarsi rispetto alla lettura o alla visione di un filmato. Un’altra questione importante è quante voci prevedete. Potrebbe valere anche una sola voce, troppe voci potrebbe rendere più diffide seguire la storia.

Documentario – docufilm. Film. Video. Può darsi che dalla narrazione debbano uscire degli spin off di documentazione. Se lo sapete in partenza è facile organizzarsi per raccontare un contenuto e anche per comunicarlo. Altrimenti diventa più complicato (e oneroso). Perciò il consiglio è di chiarire bene che tipo di storia realizzate: se pende più sul lato comunicativo, ma poi occorrerà anche una vera e propria narrazione o viceversa.

Flyer, poster, banner a stampa e digitale. Qualsiasi storia può essere contenuta in un piccolo banner, non parliamo di grafica di presentazione accompagnata a una storia ma della storia attraverso una rappresentazione grafica. Una immagine non racconta e neppure un titolo o una grafica, ma due e più lo possono fare. Come vi raffigurate graficamente la vostra narrazione in un banner strettissimo? E in un poster? Se è digitale può essere un’immagine parlante, ricca di interazioni grazie a hot spot e widget incorporati. In questo caso vi chiederete se queste interazioni sono necessarie, sono utili, se arricchiscono la storia o ne limitano la fruizione.

Geolocalizzazione. QR code. Realtà virtuale e aumentata. Una storia può essere raccontata attraverso una serie di QR che ne riportano il testo. La loro successione o la loro scoperta attraverso una caccia al tesoro durante una convention rende fruibile la narrazione. Allo stesso modo filmati di 360° interattivi inseriti in segnaposto geolocalizzati o una realtà virtuale che faccia emergere la storia là dove deve essere raccontata o dove vi trovate, rappresentano situazioni narrative che devono essere ben articolate. Il rischio è che gli effetti speciali facciano perdere di vista la bellezza della narrazione. Queste soluzioni devono essere eleganti e piene di stile, non devono essere percepite come qualcosa in più, perché perderebbero il loro valore, ma devono essere “al posto di”. Non basta entrare in un museo per pensare che tutti siano interessati al racconto a immersione delle opere esposte. Può essere una variante di distribuzione di una storia. Fate attenzione se vi propongono di realizzare effetti virtuali immersivi solo per creare delle varianti: soffocano la storia o la valorizzano?

Graphic Novel. Comics. Video fumetto (gulpino). Contrariamente a quel che si crede la lettura di un fumetto non supereroistico o infantile riguarda un target abbastanza elevato culturalmente. Per questo può essere interessante raccontare nella forma di una graphic novel o comics d’autore che elevi la storia attraverso un formato speciale. Un racconto visuale di questo genere è più difficile da sceneggiare rispetto a un film, perché l’esperienza filmica è diffusa e stratifica, quella della graphic novel no, bisogna costruire un’esperienza solida per operare. Il budget per un filmato è decisamente molte volte superiore a quello di un comics poi la graphic novel può diventare un filmato (videofumetto, gulpino).

Libri a stampa e digitali (eBook). eBook interattivi. Se non lavorate per un editore che distribuisce in modo tradizionale, dovete sapere che non c’è più bisogno di stampare copie da distribuire in libreria. Ci sono i sistemi misti di distribuzione a stampa e digitali come quelli proposti da Amazon e StreetLib, per esempio, per cui il cartaceo on demand, diventa un aspetto della distribuzione a pagamento (il costo della stampa deve essere saldato).

Presentazione. È necessario capire se e in che modo, la storia può essere fruita a frammenti attraverso slide, o se le slide diventano una proiezione automatica. Inoltre il versante narrativo può essere piegato a un sistema di comunicazione basato su slide? Se Sì, quali soluzioni scegliete?

Racconto. Racconto breve e brevissimo. In questo campo avete una grandissima flessibilità. Qualsiasi racconto breve può diventare più lungo, o brevissimo e viceversa. Non solo, partite sempre da un pitch o da una logline. Conservando tutto il materiale e qualsiasi idea, passerete facilmente dall’uno all’altro. Sto parlando di testi e sceneggiature. Non potete allungare un filmato se non avete il girato.

Scene parlanti e libri pop up. Con le scene parlanti e libri a pop – up, potete raccontare di tutto: ambientare opere a Gotham City o nella tundra siberiana, impiegare qualsiasi tipo di personaggio e di animale per muoverlo in un’opera letteraria. Potete escogitare trucchi di falegnameria, cartone e colla per creare qualsiasi ambiente vi ispiri. Il libro a pop up viene esposto on site o distribuito a stampa, anche se si può artificialmente creare nella forma di un’applicazione, la stampa è più godibile e duratura. La scena parlante può essere esposta e fruita per seguire una storia anche con l’inserzione di QR, e filmati in realtà aumentata.Scene parlanti e pop up diventano filmati e animazioni per raccontare la storia anche in modo filmico.

Videogame. E se la storia che pensate di raccontare fosse la base di un videogame? Ci sono già molte esperienze di gamification aziendale e tutte queste esperienze si basano su una storia. La narrazione fornisce un involucro perché il giocatore la costruisce di livello in livello, da ambiente a ambiente, da sfida a sfida. Quindi una storia molto particolare da progettare perché si basa su livelli, ambienti e sfide. È facile ricavare la storia per un videogame da una narrazione tradizionale, più complicato il contrario, per questo sarebbe meglio prevederlo fin dall’inizio.


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