Mi è capitato di leggere da un – molto noto – “professionista” dello storytelling (di cui, in realtà capisce davvero poco), che non tutto sarebbe raccontabile.
Sciocchezza megagalattica!
Lo storytelling, compreso quello che si riferisce a una marca, non ha alcun limite, può spaziare in tutti i campi. Non solo qualsiasi evento è raccontabile ma qualsiasi “cosa” è raccontabile.

Che cosa vuol dire raccontabile?
Forse esistono cose non raccontabili?
No, non esistono cose non raccontabili, cioè non esiste una sorta di raccontabilità come proprietà intrinseca a un oggetto, a un argomento. Questa è una visione platonica della narrazione che respingiamo, così come respingiamo il termine a essa associato di narrabilità (narrability, molto in voga negli USA).
Prendete queste parole:
topo, matita, medicina, andare, pressa, quotazione, vela, stupore
Le ho scritte a caso (per la gioia di qualche psicanalista fra voi lettori…).
Ditemi se ciascuna di queste parole non evoca anche in voi una narrazione, un racconto, una storia, un qualsiasi richiamo che può essere oggetto di un racconto. Lo stesso vale se osservate delle immagini.
Provate con delle immagini a caso, chiudete gli occhi e pensate quali racconti vi possono ispirare.
Ogni oggetto o tema a voi conosciuto rimanda a qualche vissuto personale poiché la sua conoscenza è legata a un’esperienza concreta, oppure immaginata o sognata.
Nessuna componente linguistica vive nella nostra mente senza un’associazione e da qualsiasi associazione è possibile creare una storia
poiché non esiste una storia senza associazioni ed è possibile interpretare qualsiasi associazione per formare una storia.

Prendete le parole di prima e accoppiatele a caso:
topo – matita
medicina – andare
pressa – quotazione
vela – stupore
e ora pensate a una possibile relazione per ogni coppia.
Bene, questa è la base di una storia.
Che poi voi la sappiate raccontare, strutturare, presentare… è un altro paio di maniche.
Dunque, non esistono cose non raccontabili, esistono storie raccontate più o meno bene, ed esiste, oppure è assente, la capacità di raccontare storie da parte di qualcuno.
Esercizio. Tutto è raccontabile
Lavoriamo con le parole che ti ho presentato per dimostrare che puoi ottenere un racconto da qualsiasi parola e da qualsiasi combinazione.
Link all’esercizio
Anche in una impresa (azienda, professionista, influencer, autore, artista…), tutto è raccontabile
Dalla produzione al mercato, dalla storia dell’addetto alla sicurezza a quella del marchio, dagli ideali e aspirazioni del CEO ai sogni del magazziniere, da uno pneumatico abbandonato in cortile, all’assegnazione di un premio internazionale, tutto è raccontabile.
Il problema non è trovare qualcosa da raccontare ma raccontare quello che serve, le storie più utili, emozionanti, che ispirino il pubblico.
Il problema non è raccontare, ma ricavare una grande storia, o molte grandi storie o, semplicemente, qualche storia decente che apra una strada diversa dalla comunicazione pubblicitaria.
Ma la domanda che ci dobbiamo porre è questa:
“Come individuiamo, fra tutto ciò che è raccontabile, una storia che risponda meglio e sia funzionale all’obiettivo di parlare di una organizzazione o di un professionista?”
La risposta è nel colloquio
Il colloquio è il vero punto di partenza dal quale ricaverete le associazioni necessarie per costruire grandi storie.
Quindi non vi dico per nulla che il racconto nasce da un metodo per fabbricare storie.
Non esistono metodi per creare storie.
La narrazione non è una scienza e tutti i metodi proposti sono inefficaci se non esiste qualcosa che ha a che fare con l’arte di raccontare che, a sua volta, dipende dall’arte di ascoltare.
Tuttavia dobbiamo stabilire una differenza fra trovare una storia e creare una storia.
Quello che sicuramente viene richiesto a uno storyteller è di trovare il racconto, saperlo poi costruire potrebbe anche non essere un suo compito specifico o un suo compito esclusivo.
Per trovare il racconto bisogna soprattutto ascoltare, prima ancora di osservare e saper stabilire le associazioni, per trasformarle in una storia.
E questo vale per qualsiasi media: testo, blocco, podcast, video, cinema, eBook, graphic Novel…
IA il tuo Mindset per giornalisti e narratori consapevoli, Teresa Potenza, Alberto Pian, 2025

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