Alberto Pian

cultura di massa

“C’È QUALCHE LURIDO NEGRO QUI STASERA?” 1925 – 2025 CENTENARIO DELLA NASCITA DI LENNY BRUCE, L’ IPOCRISIA DEL LINGUAGGIO DOMINANTE

“Non puoi mica scrivere “Tette e Culi” su un’insegna. Perché no? Ma perché è volgare, è sporco, ecco perché. Le tette sono sporche e volgari? No, non mi prendi in trappola: non son le tette, son le parole. Le parole. Non si scrivono certe parole, dove anche un bambino può vederle. Il tuo bambino non ha mai visto una tettina? Non ci credo. Credo invece che per te siano proprio le parole ad essere sporche. Mettiamo che l’insegna dica Tuchuses e Nay-nays. Va già meglio. Interessante. Vediamo, in latino avrà anche maggior austerità: Gluteus Maximus et Pectorales majores ogni sera. Così sì, ch’è pulito.” (Lenny Bruce)

UN LAPUS RIVELA LA FINZIONE E GRACE’S ANATOMY CROLLA ALLA SECONDA STAGIONE, PERCHÈ GIOCA CON I SENTIMENTI MOSTRANDO I SUOI OBIETTIVI EFFIMERI

Un tizio (o forse dovremo dire un “imbecille”), viene ricoverato in ospedale con una granata in corpo. Gli episodi 16 e 17 di Grace’s Anatomy, II stagione, 2005, mettono a nudo la serie TV e la reale assenza di umanità di una struttura narrativa che spaccia “umanità\” come un distributore automatico di merendine.

RACCONTARE PERSONAGGI E CONTESTI. IL TRAGITTO DI M.ME BOVARY, DUE MODI A CONFRONTO

M.me Bovary incontra tutti giovedì il suo amante Léon. Esce di casa la mattina presto e sceglie un particolare tragitto per recarsi agli appuntamenti con il suo giovane amante, con il quale si recherà in un albergo piuttosto squallido ma che, ai loro occhi, apparirà meraviglioso.
Confrontiamo due versioni del tragitto compiuto da M.me Bovary nel capitolo quinto della terza parte del romanzo e ragioniamo su che cosa significa scrivere una grande storia e sul valore degli autori classici.

UNA LEZIONE DI ETICA SOCIALE, CHE RIBALTA GLI STEREOTIPI E I DISVALORI DEL CAPITALISMO. KEN LOACH, IL MIO AMICO ERIC

Il film di Ken Loah, Il mio amico Eric, veicola un messaggio rivoluzionario, basato sulla forza del collettivo e sull’orgoglio di essere “postini”. Non l’eroe borghese che salva il mondo da solo, ma la forza del gruppo sociale che ribalta i disvalori del capitalismo, ribaltando anche gli stereotipi che porta con sè.

SUSPENSE E “CONSUMO ANTICIPATO” ATTRAVERSO IL KITSCH. IAN FLEMING – JAMES BOND

In questo articolo parliamo del genere kistch e di Ian L. Fleming, l’autore del personaggio James Bond – 007, che tutti conoscete. Il kistch, nel senso che indicheremo, non è una bestemmia per uno storyteller, ma un mezzo per toccare, magari con stilemi più raffinati e aulici, la massa del pubblico preparando una suspense “prima” della stessa narrazione, basata sul “consumo anticipato” dell’opera.

PERCHÈ L’ASSASSINIO DI TYRE NICHOLS DA PARTE DI CINQUE POLIZIOTTI NERI È UN OMICIDIO RAZZIALE?

Perché l’assassinio di Tyre Nichols è una questione razziale, dato che è stato massacrato da cinque poliziotti neri?
Per rispondere affrontiamo prima di tutto di tutto una questione importante, che spesso tocco nelle conversazioni con i più giovani, che riguarda gli USA e la loro storia come stato razzista e concludiamo sul significato del diritto dei neri alla propria autodeterminazione.

ELISA ESPOSITO E DANTE ALIGHIERI, INFLUENCER DEL LINGUAGGIO

Ho letto con grande attenzione e interesse Amiœ, Elisa Esposito, Mondadori, Milano, 2022. Libro che prendo in considerazione per affrontare alcuni stereotipi e pregiudizi sociologicamente e storicamente sbagliati, ma che appartengono all’ideologia dominante. Lo farò parlando anche di un altro famoso influencer dei suoi tempi (e non solo), Dante Alighieri. Il libro di Elisa, che si presenta in una forma eclettica, easy, poco seriosa, molto lontana dall’essere un trattato e che dai più è giudicato banale e inconsistente, in realtà apre lo sguardo sul rapporto fra linguaggio e società e sulle sue tendenze, di cui parlo in questo paper.

EROI – NAZIONE E GIOVANI HIPSTER. PER UN NUOVO STORYTELLING NEL 60° DELLA BEAT GENERATION

Parliamo della Beat Generation nel 60 anniversario della sua nascita. L’affrontiamo dal punto di vista dello storytelling. Ricercheremo quel filo rosso che più di tutti ci può fornire la strada per raccontare una grande storia. Il filo rosso più intrigante dal punto di vista narrativo, nasce da una sfida determinata da un’epoca storica precisa (seconda guerra mondiale), che riguarda i rapporti generazionali fra una nazione di padri – famiglie – eroi, e figli e i conflitti che questi rapporti innescano.
È qui il filo rosso della grande storia mai raccontata della Beat Generation. Se dovessi scrivere un film o un romanzo ispirandomi alla Beat non parlerei della droga, di una “liberazione” effimera che in realtà non c’è mai stata, né di una rivolta anticapitalista mai realmente espressa e praticata. 
Parlerei della sfida psicologica che investe tutta l’America e la sua realtà degli anni cinquanta, che matura in quel particolare contesto.Volete sapere dove andrò a parare? Dobbiamo ragionare come al solito e, come al solito, lo facciamo partendo da alcuni testi e vicende.

INFLUENCER O CREATOR? PERSONAGGI E MARCHI DELLA “CREATOR ECONOMY”

Ho partecipato all’Influence Day a Milano il 10 novembre come storyteller delle prime gemelle virtuali italiane, Eli e Sofi @eli.sofi.twins , create dall’artista Elisa Nieli . Nel panel conclusivo dell’evento ho anche parlato delle chances che un influencer – creator virtuale può offrire alle aziende. In questo articolo voglio rispondere a questa domanda: “Perché la “Creator Economy” ha più bisogno di Creatori di contenuti che di Influencer?”

LE DUE FACCE DELLO STORYTELLING: PERCHÈ AMANPOUR (USA, CNN) HA FATTO SALTARE L’INTERVISTA CON RAISI (PRESIDENTE IRAN).

Mentre in Iran infuria la repressione contro donne e uomini che manifestano contro il regime, una giornalista della CNN può fare una scelta: accettare le condizioni poste dall’intervistato e quindi realizzare l’intervista al presidente iraniano, oppure rifiutarle ma rinunciare all’intervista. La scelta è fatta. Perché proprio quella? Quali opzioni abbiamo per raccontare una storia? Dove si trova la “grande storia”? Questo evento (che trattiamo solo sul piano narrativo), ci offre la possibilità di chiarire molti aspetti della narrazione, con una conclusione intrigante e forse non troppo lontana dalla realtà.

LA SCOMODA LEZIONE DEL TEATRO DELL’ASSURDO PER LA COMUNICAZIONE DI OGGI

L’assurdo è rivoluzionario, per questo ogni suo riferimento deve essere soppresso. Eugène Ionesco diceva: ”Il teatro è essenzialmente rivelazione di cose mostruose, o di condizioni mostruose, senza immagini o di immagini che portiamo in noi.” L’assurdo oggi è straordinariamente attuale proprio perché ci è evitato in tutti modi di doverlo affrontare. La cultura di massa può avere tutte le caratteristiche che si vuole, dalle più brutali, violente, sessiste, razziste, pornografiche al loro finto “contrario”, buonista, educato, moralista, politicamente corretto, paternalista, tranne una: svelare l’assurdo, mostrarne l’esistenza. Questo è comune a qualsiasi comunicazione, perciò diffidiamo di tutto ciò che viene comunicato. Leggiamo due brani tratti da Aspettando Godot (S. Beckett) e La lezione (E. Jonesco), per chiarire questi concetti.

ECCO IL VERO SHERLOCK HOLMES!

Sherlock Holmes, (Guy Ritchie, 2009). Caratteristica fondamentale di questo film è che presenta il personaggio di Sherlock Holmes in modo completamente nuovo e diverso rispetto a come siamo stati abituati a “leggerlo” e a “vederlo”. Nel bene e nel male il nuovo Sherlock è stato giudicato “rivoluzionario”. Bene, a noi questo film è utile per diversi aspetti.